lunedì 9 novembre 2020
martedì 14 luglio 2020
giovedì 30 aprile 2020
UN NUOVO UMANESIMO PER L'ITALIA
UN NUOVO UMANESIMO PER L'ITALIA
di Pietro Funaro
Napoli - Nei secoli XV e XVI in
Italia come negli altri Paesi dell'Europa occidentale, si assiste ad una sostanziale
rivalutazione dell'essere umano che, in totale contrasto con il pensiero medievale, viene
considerato il cardine dell'Universo.
Siamo in pieno Umanesimo e Rinascimento.
L'uomo, dunque, in quanto capace di
costruire da sé il proprio destino, di dominare la natura e di rendersi protagonista della storia senza
dover ricorrere necessariamente
all'intercessione divina.
Capitale dell'Umanesimo e del
Rinascimento fu l'Italia e, in particolar modo, la città di Firenze.
È da qui che la corrente
artistico-letteraria si diffuse in tutta la penisola e trovò particolare accoglienza nelle
corti, che iniziarono a prefigurarsi il luogo emblema del periodo umanistico-rinascimentale, attorno al
quale si riunivano artisti e letterati.
Da Leonardo a Michelangelo per l'arte, Machiavelli, Ariosto,
Petrarca e Boccaccio nel campo
letterario.
Fu un lungo periodo d'oro per il
nostro Paese di cui ancora godiamo le opere dei grandi artisti e letterati di quell'epoca.
E la nostra Italia di oggi?
Sarei impietoso se mi abbandonassi e
vedere tutto nero.
Ancora abbiamo grandi letterati, scienziati che hanno dato prova di se anche in questo terribile
momento di pandemia (parlo
ovviamente di scienziati seri non di nani e ballerine da show televisivi che un giorno affermano
una cosa ed il giorno dopo smentiscono se stessi), uomini e donne che si spendono per
gli altri senza nulla richiedere in cambio.
Ciò che invece manca, ed è sempre
più evidente, è una classe dirigente politica e non capace di salvaguardare il presente e costruire il
futuro.
L'Italia dopo i disastri
generati e conseguenti alla cosiddetta stagione di mani pulite (qualcuna però risultata
poi non linda) che falcidiarono una intera classe dirigente, è seguito il leaderismo
cioè partiti personali costruiti attorno ad uomini che forti di posizioni economiche
consolidate hanno mandato in parlamento, accanto a pochissimi capaci, i
propri barbieri, calzolai, subrettine e personali sollazzatrici di letto, subito dopo di
male in peggio.
Sulla scena politica i popolarismi ed i sovranismi che hanno riempito il
Parlamento di debuttanti allo sbaraglio elevando ai seggi ministeriali venditori di
bibite, disk jockey, animatori di villaggi turistici, donne da taverne e gente da basto da bastone e da galera come avrebbe detto il sommo
Dante.
Insomma siamo in pieno oscurantismo e l'Italia, culla
dell'Umanesimo e del Rinascimento, è lontana mille e mille
secoli dal quel periodo.
Dobbiamo rassegnarci?
Assolutamente no! Anzi dobbiamo ribellarci allo status
quo.
È il tempo della rinascita, è il tempo che gli italiani prendano coscienza
di aver bisogno di una classe dirigente che sia tale, capace di tirarci fuori
dall'abisso nel quale precipitiamo ogni giorno di più e che
programmi la ripresa e la ricostruzione avendo come punto di riferimento la persona
attorno cui riedificare ogni cosa.
L'umanità al centro intorno a cui far ruotare una società
liberale e democratica che fondi il futuro e lo stesso presente
sull'uomo e non sul bieco interesse di pochi a danno dei molti.
Una società libera non massificata, una società che abbia
un animo nobile che non abiuri al profitto ma non a danno e scapito dei più
deboli.
Una società che metta tutti, nessuno escluso, in condizione di migliorare e
di promuoversi ma che nel contempo premi la meritocrazia
senza far mancare ad ognuno il soddisfacimento dei beni
primari.
Dobbiamo insomma impegnarci per un Nuovo Umanesimo Rinascimentale!
giovedì 23 aprile 2020
NORD e SUD: ORA BASTA!
NORD e SUD: ORA BASTA!
di Pietro Funaro
NAPOLI
- Con quello attuale sono 159 anni che il Regno delle Due Sicilie è stato
invaso dai Piemontesi, con la complicità di Francia ed Inghilterra, e con
l’aiuto di una banda di vari galeotti e delinquenti liberati all’uopo
dalle galere nordiste capeggiati da un bandito-avventuriero scappato dalle
Americhe, perché ricercato per reati vari, tale Giuseppe Garibaldi da Caprera, e
annesso al Nord della Penisola creando il Regno d’Italia.
Sull’argomento,
dopo decenni di colpevole silenzio, finalmente, grazie a storici liberi da
lacci e lacciuoli, la verità è venuta a galla ed ha cancellato le bagattelle
che ci hanno propinato nelle aule scolastiche sulla unità d’Italia che volevano
coprire gli eccidi ed i delitti compiuti a danno del popolo meridionale per
sottometterlo agli eredi dei barbari Galli.
Potrei
scrivere capitoli e capitoli sui delinquenti che ordirono la trama da Cavour a
Cialdini, da Vittorio Emanuele II a Napoleone di Francia, per finire a Henry
Jhon Temple primo ministro inglese.
Ma
non è questo l’obiettivo di questo articolo.
Tutto
quanto fin qui scritto mi è tornato in mente per le dichiarazioni più volte
ripetute in questi giorni da ahimè colleghi giornalisti e politicanti sulla
presunta superiorità dei cittadini del nord Italia rispetto a quelli del
Sud.
Non
citerò i nomi di questi cialtroni, perché sarei preda di conati di vomito.
Senza
fare ricorso alla storia ed alla cultura millenaria del Meridione d’Italia rispetto
alle barbare terre del nord vorrei, invece, offrire qualche riflessione a
coloro che mi leggeranno.
Rapinata
la ricchezza del Regno delle Due Sicilie nel 1861, su quelle risorse il
Piemonte, che aveva un bilancio annuale di circa 30 milioni contro i 400 del
Regno Borbonico, cominciò a costruire la sua industria specie quella tessile
avendo rubato e trasportato al nord i telai delle terre meridionali.
I
governanti del Regno d’Italia, ovviamente nordisti, detenevano i gangli del
potere ed hanno nei decenni successivi promosso politiche ed interventi
strutturali tutte a favore del nord del Paese.
Evito
di citare leggi e riferire fatti di cui si è già parlato a lungo nei anni
trascorsi.
Nulla
è cambiato neanche con l’avvento della Repubblica nel 1946, la predominanza di
esponenti politici e di governo settentrionali ha perpetuato tali politiche
relegando sempre più il Sud del Paese in una condizione subalterna e di
miseria.
Pochi
gli uomini meridionali di elevata statura politica che hanno tentato di
cambiare questa realtà riuscendoci, purtroppo, solo in minima parte.
Dunque
tutto è perduto?
Assolutamente
no! Ora basta!
Ai
feltrini per le sedie, ai porri escrescenze della pelle, alle lamette per la
barba gillette, ai coturnati barbari patani, diciamo con fermezza che la misura
è colma, che siete voi gli incivili, che non avete storia, che ci avete
depredato delle nostre ataviche ricchezze ma che mai potrete attentare alle
nostre libertà, alla nostra cultura, alla nostra scienza dimostrata essere
superiore anche in queste drammatiche ore della pandemia, a ciò che siamo stati
e siamo tuttora in tutto il mondo ancor oggi, ai valori che rappresentiamo.
Attenti
perché la misura ormai è colma.
lunedì 20 aprile 2020
Vita sospesa
Vita sospesa
di Pietro Funaro
NAPOLI -
Sono ormai più di quaranta giorni che gli italiani sono agli “arresti
domiciliari” decretati ora dal Presidente del Consiglio dei ministri ora dai
Presidenti di Regioni causa virus Covid.
Accolti
con favore quasi da tutti questi provvedimenti per difendersi dalla pandemia
cominciano ora a pesare fortemente sulla vita si ognuno per non dire sulla
economia del Paese che ne uscirà disastrata.
In
un batter d’occhio siamo passati dal “Virus in Italia non c’è” sostenuto con
forza il 27 febbraio scorso da tal Burioni o Miss Italia come sembra ama
definirsi, al tutto chiuso o moriremo tutti, come poi ha ritrattato, lo stesso
personaggio dalle passerelle delle varie assoldate televisioni, anche quella di
Stato, o dai giornali che sono la voce del potere politico e finanziario dominante.
Paura,
angoscia, tremore hanno invaso le case degli italiani che hanno plaudito agli
stessi sgovernanti magari odiati fino a qualche giorno prima.
Ed
ecco mirabolanti provvedimenti del Governo a favore delle imprese e dei cittadini,
mirabolanti al punto da restare tali, la costituzione di una task force di ben
400 tra scienziatoni e tecnioni che, attraverso i loro portavoce ogni giorno
alle 18 presentano l’elenco dei morti e dei feriti della guerra in corso. Ma
nessuna soluzione al problema.
Solo
una voce antica si è levata contro questo bailamme, quella di uno scienziato
vero di fama internazionale e che ha già dato valide prove di se anche in
Italia di fronte ad epidemie terribili: il prof. Giulio Tarro.
Ovviamente
immediatamente condannato alla damnatio memoriae (condanna eterna di tutto
quanto fatto) dai soloni nostrani miss Italia compreso.
Chi
si è schierato al suo fianco come il presidente dell’Ordine dei Biologi
italiani, Vincenzo D’Anna ha subito la scomunica di qualche improvvido suo
collega.
Ma
cosa aveva affermato Tarro?. Lo scrivo in parole semplici per essere chiaro: il
Covid è un virus solo un po’ più grave della solita influenza annuale e non
farà più vittime dell’1 per cento dei colpiti.
Ma
come? Miliardi e miliardi spesi per nuove attrezzature ospedaliere, miliardi e
miliardi persi per il fermo dell’economia, centinaia di milioni per i 400
superespertissimi chiamati a collaborare con il Presidente del Consiglio e
“questo” se ne esce con è una semplice influenza un pò più grave?
No
va massacrato e possibilmente sepolto dalla batteria massmediatica del potere
costituito.
Ma
l’Italia non è una nazione collocata sulla Luna ma in Terra e sempre su questo
pianeta è stata resa nota la posizione del professor Johan Giesecke, uno dei
maggiori epidemiologi del mondo, consigliere del governo svedese: “alla fine di
questa epidemia i risultati saranno simili per tutti i Paesi dove c’è il Covid
che è una malattia lieve e simile all’influenza. E’stata solo la novità a
spaventare la gente. Il tasso di mortalità effettivo è dello 0,1. Almeno il 50%
della popolazione del Regno Unito e della Svezia mostrerà di averlo avuto
quando saranno disponibili i test di massa”.
E
allora?
E
allora come sempre la verità non è mai una sola ed anche di fronte a drammi
come quello che stiamo vivendo invece di cercare soluzioni vere ed efficaci
emergono personalismi per chi aspira al titolo di Miss Ondina o di Miss Italia.
Ma
trarrei conclusioni semplicistiche se mi fermassi a questa considerazione.
La
verità è che dietro ogni evento di qualunque dimensione si nascondono interessi
economici che quanto più grandi sono più vittime mietono.
Non
scopro l’acqua calda c’è l’insegna la storia dell’uomo sin dalle sue origini da
Caino ed Abele.
Immaginate
quanti gruppi farmaceutici non fanno dormire la notte i propri ricercatori per
scoprire il vaccino e quanti miliardi frutterà la scoperta e da qui a
discendere le attrazioni di tante realtà ad esso correlate.
Confesso
la mia assoluta ignoranza circa le materie scientifiche ma da cittadino ed
operatore dell’informazione mi chiedo: perché non mettere da parte i
personalismi tra i vari scienziati mettendosi tutti insieme, ognuno con i
propri convincimenti, ma lavorando a soluzioni univoche per il bene comune?
E
le stelle stanno a guardare!
venerdì 17 aprile 2020
Nessuno è profeta in patria
NESSUNO È PROFETA IN PATRIA
di Pietro Funaro
Napoli - È noto ai
più l’affermazione latina “Nemo propheta in patria” che nasce con la
venuta di Gesù, che non fu creduto figlio di Dio, nel suo villaggio di origine:
Nazareth. Così come è altrettanto conosciuto che chi vince la guerra ne scrive
la storia, ovviamente a modo suo, per cui la ragione è tutta dei vincitori e i
perfidi sono gli sconfitti. Queste “due verità” collimano con quanto
accade in questi giorni circa la pandemia da Covid-19. Ricordate che la sua
esistenza fu prima negata e poi attribuita ad un virus cinese. Baroni e buranetti
della medicina nostrana si sono sbracciati a gridare al mondo l’inesistenza e
poi il contrario, il cinesino virus. Poi, contro il professor Giulio Tarro, che
non ha bisogno certo di presentazione, ed il presidente dei biologi italiani
Vincenzo D’Anna, che avevano osato asserire che il virus poteva provenire dalla
Germania, ma si era sdoppiato nella pianura padana e che era presente in Italia
già da tempo. Lo stesso era paragonabile ad un’influenza stagionale un po’ più aggressiva
e, con numeri e statistiche alla mano, con una mortalità intorno all’1%. Apriti
cielo: come hanno osato questi due parvenu contestare i professoroni che sono
nell’Olimpo della Scienza e che dettano legge, magari sorretti anche dalle
grandi multinazionali farmaceutiche. Bisogna distruggere il nemico quando si è
in guerra ma, mentre il professor Tarro è insensibile di fronte a questi
attacchi, in quanto scienziato scevro da ogni tipo di passione, è partita la
campagna di diffamazione di vario tipo nei confronti di D’Anna. Cercando di
minare la sua credibilità usando tutti i mezzi possibili, anche all’interno
dello stesso Ordine dei biologi. Oltreché, è stata messa in piedi una
organizzata grancassa mediatica e informatica che confutava le affermazioni del
noto biologo. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco! Piano piano è
emerso che il virus è autoctono, quindi diverso dai due venuti dalla Cina e più
precisamente già presente in Lombardia, proveniente da altrove, ma provocando
un’infezione di massa aggravata dall’inquinamento dei terreni. Ecco perché il
boom è in Lombardia. Non sono un tecnico della materia e quindi non mi spingo
oltre, ma suggerisco di leggere i vari interventi e dichiarazioni rilasciate in
queste settimane da Tarro e D’Anna, per avere un quadro preciso e scientifico
chiaro. Inoltre, se si organizzassero statistiche reali, verrebbe fuori che la
mortalità è al di sotto dell’1%. Ma, a un giornalista, come chi scrive, è dato
il compito di andare al di là dell’apparenza e cercare negli anfratti le
motivazioni di comportamenti strani ed equivoci, che possano generare o
addirittura nascondere qualcosa di “sporco”.
lunedì 15 aprile 2019
NUOVO PSICODRAMMA DELLA NOTA COMPAGNIA “S.LUCIA”. Esipodio IV
Sua Luminosità Piter I: Veritas bonus imperator.
Ho amato le stelle troppo profondamente per
avere paura della notte.
Buio
in scena, il palco si anima con l’entrata prorompente di Piter I.
Io
Sua Luminosità Piter I, figlio della Libertà e della Verità, dell’età mia d’anni
di quanti sono, constituto personalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di
voi Emin.mi e Rev.mi purpurazzi, in tutta la Republica Arpacchiana contro l’eretica
pravità generali Inquisitori; avendo davanti gl’occhi miei li sacrosanti miei
Zebedei, quali tocco con le mie proprie stesse mani, giuro che sempre ho
creduto, credo adesso, e con l’aiuto di Dio crederò per l’avvenire, tutto
quello che tiene, predica e insegna la Verità. Ma perché da questo S. Off.o,
per aver io, dopo d’essermi stato con precetto dall’istesso giuridicamente
intimato che omninamente dovessi lasciar la falsa opinione che il sole sia
centro del mondo e che non si muova e che la terra non sia centro del mondo e
che si muova, e che non potessi tenere, difendere ne insegnare in qualsivoglia
modo, ne in voce ne in scritto, la detta falsa dottrina, e dopo d’essermi
notificato che detta dottrina è contraria alla Sacra Scrittura, scritto e dato
alle stampe un libro nel quale tratto l’istessa dottrina già dannata e apporto
ragioni con molta efficacia a favor di essa, senza apportar alcuna soluzione,
sono stato giudicato veementemente sospetto d’eresia, cioè d’aver tenuto e
creduto che il sole sia centro del mondo e imobile e che la terra non sia
centro e che si muova; Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze
V.re e d’ogni fedel Arpacchiano questa veemente sospizione, giustamente di me
conceputa, con cuor sincero e fede.
NON ABIURO UN BEL NIENTE!!!!
…e
giuro che per l’avvenire dirò, anzi asserirò, in voce o in scritto, queste cose
in modo tale che si possa aver di me simil sospizione; ma se conoscerò alcun
eretico o che sia sospetto d’eresia lo porterò in trionfo davanti a tutti, o
vero contro l’Inquisitore o Ordinario del luogo, dove mi trovarò.
Giuro
anco e prometto d’adempire e osservare intieramente tutta la mia libertà e
amore per la verità e combatterò con tutta la mia forza contro le penitenze che
mi sono state o mi saranno da questo S. Off.o imposte; e contravenendo ad
alcuna delle dette mie promesse e giuramenti, il che Dio non voglia, mi
sottometto alla potenza dell’ammore per la verità che sono da’ sacri canoni e
altre constituzioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e
promulgate.
Così
Dio m’aiuti e questi miei santi Zebedei, che tocco con le mie proprie stesse
mani.
Io
Sua Luminosità Piter I sodetto NON ho abiurato, giurato,
promesso e NON mi sono obligato come sopra; e in fede del vero, di
mia propria mano ho sottoscritta la presente cedola di mia fede e d’ammore e
recitatala di parola in parola, in Napoli, nel convento della Arpacchia, questo
dì 15 aprile 2019.
Io, Sua
Luminosità Piter I NON ho abiurato
come di sopra, mano propria.
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